
Alzi la mano chi non ha mai assunto, almeno una volta nella vita, i cosiddetti “fermenti lattici”, su suggerimento del medico o di qualche conoscente…
I fermenti lattici (ma sarebbe meglio chiamarli “probiotici”) sono microrganismi vivi intrappolati all’interno di capsule, da mandare giù con un bel bicchiere d’acqua per andare a rinfoltire la nostra popolazione batterica interna. Lo scopo è quello di regolarizzare il transito intestinale, combattere la diarrea o la stipsi, contrastare gli effetti collaterali delle cure antibiotiche e aumentare le difese immunitarie.
Si tratta di benefici così importanti che potremmo assumerne ogni giorno e ottenerne solo vantaggi…!
Bene… Allora vi svelo un segreto per assumere quotidianamente probiotici, a costo molto basso e piacere assicurato!
Questo segreto si chiama: KEFIR, una bevanda buonissima e stracolma di fermenti lattici vivi, da produrre facilmente in casa… in buona sostanza, un allevamento domestico di minuscole creaturine preziose!
Ma cos’è il kefir?
È certamente il più diffuso tra i probiotici naturali, ha origine nella regione del Caucaso e il suo nome deriva dalla parola turca “keyif”, che significa per l’appunto: “stare bene”.
Quando si parla di kefir, bisogna distinguere due componenti:
- i “grani di kefir”, o kefiran, un agglomerato di esopolisaccaridi che funge da casa (o per meglio dire: da terreno di coltura) a miliardi di cellule microbiche e si presenta come una massa soda ed elastica, di colore bianco crema, dall’aspetto simile alle cime di un cavolfiore
- il latte di kefir, ovvero la bevanda che si ottiene aggiungendo ai grani un substrato di fermentazione contenente lattosio, generalmente latte di vacca o di capra, e lasciando che i microrganismi agiscano al suo interno per almeno 18-24 ore. Esiste anche un tipo di kefir, detto “kefir d’acqua”, che si nutre di saccarosio: in questo caso lo nutriremo con una soluzione di acqua, zucchero e frutta fresca o disidratata.
Ogni mattina, basterà filtrare il latte di kefir pronto per essere consumato e rimboccare il barattolo di nuovo latte, in proporzione di 1:10, per nutrire la nostra colonia.


Il latte di kefir ha un sapore acidulo e leggermente frizzante, e una consistenza liquida, ma corposa. Si può consumare da solo o con l’aggiunta di cereali, muesli, frutta e un cucchiaino di miele.
Contenendo una buon apporto proteico, si presta perfettamente per una colazione nutriente, che riattivi il metabolismo dopo la pausa notturna.
Sono presenti anche quantità apprezzabili di vitamine (B6, B7, B12, K, C, acido folico) e minerali (calcio, potassio, fosforo, magnesio, zinco, rame, etc…) che lo arricchiscono da un punto di vista nutrizionale. Insomma, una vera bomba…!

Qualcuno potrebbe pensare che il kefir sia qualcosa di molto simile allo yogurt fatto in casa. In realtà sono due cose molto diverse.
Mentre lo yogurt contiene solo due specie batteriche (Lactobacillus bulgaricus e Streptococcus termophilus) non classificabili come probiotici, in quanto si disintegrano al passaggio dall’ambiente acido dello stomaco, il kefir al contrario è creato a partire da decine di diversi BATTERI LATTICI (appartenenti ai generi Lactobacillus, Lactococcus, Streptococcus e Leuconostoc), BATTERI NON LATTICI (dei generi Acetobacter e Bifidobacterium) e LIEVITI (soprattutto Saccharomyces e Kluyveromyces). In totale sono presenti un numero variabile da 20 a 60 differenti specie di microrganismi unicellulari, sia nei grani di kefir, che nel suo latte. Il grande vantaggio nel consumare kefir quotidianamente risiede proprio nella ricchezza della sua popolazione microbica, capace di raggiungere in condizioni vitali il nostro intestino e produrre una grande quantità di effetti benefici sull’intero organismo.
In particolare, numerosi studi hanno riscontrato tutti i seguenti effetti del consumo regolare di kefir*:
– rafforzamento del microbiota intestinale e del suo equilibrio interno
– stimolazione della peristalsi e normalizzazione del transito e della consistenza fecale
– azione antimicrobica nei confronti di numerosi agenti patogeni
– stimolazione del sistema immunitario e incremento della produzione di linfociti e immunoglobuline
– riduzione della risposta infiammatoria in caso di infezioni intestinali
– prevenzione dell’insorgenza di allergie e riduzione dei sintomi respiratori in caso di reazioni allergiche
– aumento dell’escrezione di bile nelle feci e conseguente riduzione dei livelli di colesterolo nel sangue
– riduzione dei tempi di cicatrizzazione delle ferite
– capacità di riparazione del DNA e riduzione dei processi ossidativi ad opera dei radicali liberi
– azione anticancerogena, con aumento dell’apoptosi delle cellule tumorali e riduzione del ritmo di crescita dei tumori
In fin dei conti, una cosa è certa: se volete godere di tutti questi benefici, non vi resta che procurarvi una piccola coltura di kefir, facendovela offrire rigorosamente in dono da qualcuno che la possiede già. Diventerete così allevatori di microrganismi dai poteri strabilianti e allo stesso tempo vi prenderete cura di tutti quegli altri che vivono già dentro il vostro intestino.
E vi assicuro che… sarà amore a primo cucchiaio!
* Per una lettura approfondita degli studi riguardanti gli effetti terapeutici del kefir, vi rimando alla bibliografia della mia tesi di laurea “Le potenzialità probiotiche e terapeutiche del Kefir”, pubblicata sul sito ResearchGate.net
Grazie, condivido in pieno; a maggiore (suppongo) completezza, desidererei due parole sul ruolo della temperatura, parametro importantissimo nei processi biologici.
grazie ancora.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Certamente, ogni ceppo di microrganismi ha un suo range ottimale di attività e uno molto più ampio di resistenza in vita. Per quanto riguarda le colture casalinghe di kefir, basti sapere che il range ottimale è tra 20-25° C, una temperatura che garantisce un equilibrio simbiotico tra batteri e lieviti. Questi ultimi infatti sopra i 25° accelerano notevolmente la loro attività, prevaricando i batteri lattici e compromettendo le proprietà nutritive e probiotiche del kefir. In estate, quindi, se le temperature salgono notevolmente, sarà necessario tenera la coltura in un luogo fresco e se necessario aumentare le proporzioni di latte (o di zucchero per il kefir d’acqua). Al contrario, il freddo rallenta i processi di tutte le specie presenti, quindi se manchiamo qualche giorno da casa, potremmo riporre il nostro vasetto in frigo, o addirittura mettere i soli grani in freezer, appena coperti da un velo di latte, se vogliamo interrompere il ciclo per molti giorni (fino a 6 mesi). Deve trattarsi però di casi eccezionali, poichè inevitabilmente una parte delle creaturine non sopravvive allo shock termico. L’ideale sarebbe mantenerli a temperature costanti, evitando continui sbalzi.
"Mi piace""Mi piace"