Auto-svezzamento… alla scoperta del Pianeta Cibo

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Nel primo anno di vita di ogni bambino, arriva il momento in cui si scopre l’esistenza di altro cibo, che non sia latte materno o artificiale. Si inaugura così quella fase di transizione, tecnicamente detta “svezzamento” (parola a mio parere bruttissima, in quanto presuppone che l’allattamento sia un “vizio” da cui il bambino debba emanciparsi…).

Ma, tralasciando le questioni etimologiche, cos’è in effetti lo svezzamento?

Più che di una scoperta, si tratta di un vero e proprio viaggio di esplorazione, che dura mesi e anche anni: ogni nuovo sapore, ogni nuova consistenza è un piccolo passo di questa avventura alla conquista del mondo del cibo.

I primi incontri con gli alimenti solidi generano spesso nel bambino un naturale riflesso di emissione, suscitando grande apprensione nei genitori, per paura che il piccolo possa soffocare. Un’ansia tanto forte da spingere i genitori stessi a posticipare questo incontro per mesi, propinando nel frattempo alla povera creatura scodelle piene di omogeneizzati e pappe pronte, imboccando il piccolo con il cucchiaino e immancabili aeroplanini.

Ma chi vuole mettere in pratica i principi della NUTRIZIONE CONSAPEVOLE, anche quando si trova a ricoprire il ruolo di genitore, non può fare altro che facilitare l’incontro e la scoperta del cibo da parte del bambino, mettendo da parte ansie e paure, e concedendo al proprio cucciolo la libertà e il piacere di “scegliere” il proprio nutrimento, percorrendo con autonomia quel percorso graduale che lo porterà dall’alimentazione mono-cibo del lattante a quella sempre più ricca degli adulti.

Per permettere ciò è fondamentale:

– mettere a disposizione del bambino cibo sano, differente e variegato

– non imboccarlo, bensì permettergli di fare conoscenza col cibo in modo diretto, attraverso l’uso di tutti i cinque sensi

Sono questi i principi dell’“AUTO-SVEZZAMENTO”, termine recentemente diffuso in Italia grazie all’opera del pediatra Lucio Piermarini, “Io mi svezzo da solo”. Mentre le pappe hanno spesso un colore indefinito e per nulla invitante, il bambino auto-svezzante gode appieno del diritto di nutrirsi in modo divertente e interessante, afferrando il cibo con le proprie mani, scoprendone consistenze, testure e temperature differenti, e familiarizzando con i veri colori e le forme naturali degli alimenti.

Qualcuno potrebbe chiedersi: ma come faccio ad essere certo che mio figlio assuma tutti i nutrienti di cui ha bisogno? Risale agli anni ’30 un interessante esperimento che dimostrò come i bimbi tra i 6 e gli 11 mesi (ovvero in età di svezzamento) a cui vengono offerti ogni giorno cibi variegati di ogni genere, istintivamente si dirigono verso gli alimenti di cui il loro organismo ha bisogno, dimostrando di possedere un’innata capacità di auto-regolazione. Durante l’esperimento, durato 6 anni, ogni bambino mostrava di avere i propri gusti e preferenze, ma tutti i bambini nell’arco della giornata o della settimana arrivavano a consumare una dieta perfettamente completa ed equilibrata, sia in termini di apporto calorico, che di qualità nutritiva.

Fare auto-svezzamento non significa quindi abbandonare il bambino in balia di se stesso, ma piuttosto accompagnarlo in modo amorevole in un viaggio di scoperta, lasciando che sia lui il protagonista.

ALLACCIATE LE CINTURE

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Gli unici limiti sono quelli imposti dalla sicurezza. Requisiti fondamentali del bambino per cominciare il percorso di auto-svezzamento sono:

– aver conquistato la posizione seduta, in cui la schiena stia verticale in modo naturale

– avere acquisito bene la presa a pugno

– dimostrare una naturale attrazione per il cibo, segno che il bambino è “pronto” per intraprendere questo percorso

I nuovi alimenti devono essere offerti con una certa gradualità di consistenza, cominciando dai cibi più morbidi (verdure bollite, frutta matura) e passando poi a quelli più solidi (pane, pasta, pesce, carne).

E’ molto importante conoscere i “tagli sicuri”, adatti ad ogni fase dello svezzamento e soprattutto frequentare un corso di disostruzione pediatrica, per essere pronti ad intervenire in caso di incidente (…ma questo vale per tutti i genitori!)

Al contrario di come molti credono, non è necessario aspettare una certa età per inserire i diversi alimenti, tuttavia è bene avere un occhio vigile ogni volta che il bambino assaggia un alimento nuovo, per cogliere in tempo eventuali segnali di allergia. Tutti gli alimenti possono essere introdotti, rispettando la stagionalità e scegliendo ogni volta possibile alimenti biologici, privi di pesticidi o sostanze tossiche.

Gli unici alimenti che non si addicono alla dieta di un bebè sono: i funghi (da evitare fino ai 12 anni d’età), i frutti di mare, il miele (rischio di botulismo infantile sotto i 12 mesi), il pesce di grossa taglia (rischio di accumulo di mercurio). Infine, per una questione di educazione al gusto e di cautela nei confronti di un metabolismo ancora in evoluzione, è bene evitare il consumo di zuccheri semplici fino ai 2 anni di età del bambino.

A parte queste eccezioni, il piccolo può sin da subito sedersi a tavola con la famiglia e condividere con gli altri gli stessi piatti: con il positivo effetto collaterale di fare maggiore attenzione a mangiare tutti alimenti più sani!

La regola aurea da ricordare è:

“il genitore decide cosa e quando, il bambino se e quanto”.

Se il bambino rifiuta un alimento o sembra goloso solo di un altro, non si tratta di un “capriccio”, ma semplicemente dell’espressione di un bisogno del suo organismo in quel determinato momento della giornata o della propria fase evolutiva. L’importante è proporre cibo variegato, senza mai insistere, ricordando che fino ai 12 mesi il latte (materno o artificiale) deve restare la fonte primaria di nutrimento!

PRINCIPI – CHIAVE DELL’AUTO-SVEZZAMENTO:

  • NO ai crono-inserimenti
  • NO a tabelle, orari e grammature
  • NO alle pappe, baby-food e alimenti frullati
  • NO alle crisi di panico ai primi colpi di tosse del bambino…!

e invece:

  • SÌ al rispetto della libertà del bambino di manipolare e giocare con il cibo
  • SÌ alla piena fiducia nella capacità di autoregolazione del bambino
  • SÌ alla naturalezza di un percorso che non prevede ansia di controllo, ma solo gioia della scoperta!

Ci sarebbe tanto ancora da dire su un argomento così affascinante. Per una consulenza dettagliata e personalizzata non esitate a contattarmi!

Classificazione: 5 su 5.

3 pensieri riguardo “Auto-svezzamento… alla scoperta del Pianeta Cibo

  1. Bellissimo articolo, concetti basilari esposti in maniera molto chiara. Devo riconoscere che, per come mi sono comportato io con i miei figli, si tratta di una vera rivoluzione. Ovviamente, siccome condivido i concetti esposti nell’articolo, non posso non provare dei sensi di colpa! Sarà per la ….. prossima vita!
    Grazie.

    Piace a 1 persona

    1. Non era certamente mia intenzione indurre dei sensi di colpa…! L’autosvezzamento è una pratica che affonda le radici nel passato, ma che negli ultimi decenni era stata del tutto soppiantanta, anche in seguito alla diffusione del “baby-food”, di cui oggi troviamo pieni gli scaffali dei supermercati. Ma soprattutto, sono i pediatri stessi che nella maggior parte dei casi predispongono tabelle e schemi di svezzamento rigidissimi, con tanto di indicazioni sugli orari dei pasti e sulla cronologia di inserimento dei diversi alimenti. Tutte teorie ormai sorpassate, anche se dure a scomparire del tutto.

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